Rifornimento acqua potabile alle isole della Sicilia, emerse gravi anomalie e criticità
Date:
24 novembre 2021

Procedimento di vigilanza Anac sul rifornimento idrico delle isole della Sicilia
L’Autorità anticorruzione ha avviato un procedimento di vigilanza nei confronti del Ministero della Difesa sui rifornimenti d’acqua potabile tramite navi cisterna alle isole minori della Sicilia Dall’indagine svolta sono emerse rilevanti criticità (Delibera n. 693 del 13-10-21, depositata il 28-10-21), dall’omesso controllo dell’acqua potabile effettivamente versata nelle vasche di raccolta sulle singole isole alla non corretta attestazione dei quantitativi di acque versate, indicati in misura superiore a quella effettivamente consegnata. Inoltre sono emersi costanti sversamenti in mare di una parte dell’acqua potabile trasportata, mancanza di strumentazione di controllo e alterazione dei dati volumetrici di riferimento.
Modalità di gestione e affidamento del servizio
Il problema di fondo, secondo Anac, è la modalità di gestione e affidamento del servizio, che richiede di essere profondamente cambiato e migliorato. Soprattutto superando la sostanziale situazione di monopolio esistente per il trasporto di acqua potabile, che vede un numero ridottissimo di armatori in possesso delle autorizzazioni necessarie (di fatto due, che detengono il controllo di una terza società); e un esiguo numero di navi cisterna idonee (attualmente 15, alle quali se ne aggiungono tre possedute dalla Marina Militare). Questo per tutto il rifornimento idrico delle isole minori del Paese, anche quelle delle regioni Puglia e Lazio.
Assenza di gare aperte
Gli accertamenti dell’Autorità Anticorruzione hanno evidenziato come la competenza di affidamento del servizio fa capo al Ministero della Difesa, che si è avvalso di procedure negoziate in favore di un numero ristretto di armatori, senza mai indire gare aperte al mercato. Inoltre si sono rilevati deficit rilevanti di programmazione del fabbisogno idrico da soddisfare, mantenendo immutati quelli di vent’anni fa. Nel 2002, infatti, la Regione Sicilia indicava un fabbisogno di 1.750.000 metri cubi l’anno, di fatto lo stesso indicato per il 2021 (1.717.990 metri cubi), nonostante l’implementazione degli impianti di acqua potabile realizzati, le condotte sottomarine e gli impianti di dissalazione costruiti. Il monopolio di fatto esistente nell’approvvigionamento di acqua potabile, che va avanti da tempo, ha secondo Anac impedito il confronto competitivo, pubblicizzato adeguatamente e con ampio anticipo, così da consentire ad eventuali terzi di organizzarsi richiedendo le autorizzazioni necessarie. Tutto questo pregiudicando l’ottenimento di un servizio qualitativamente migliore e economicamente più vantaggioso. Infatti nei contratti non sono stati valutati affidamenti pluriennali che potrebbero indurre nuovi operatori economici ad affrontare gli investimenti economici necessari per adeguare le proprie navi.
Le altre criticità
L’indagine di Anac ha poi evidenziato vistose anomalie riguardo agli esecutori del servizio. Il Ministero della Difesa ha infatti stipulato un contratto con il raggruppamento temporaneo di due sole società, e la terza controllata dalle stesse, quest’ultima con un solo dipendente, non proprietaria di alcuna nave idonea al trasporto di acqua potabile. Nel contratto, inoltre, non è mai stato individuato con esattezza quali navi svolgono il servizio. Fatto di ancora maggiore gravità, emerso dall’indagine, è la non chiara competenza dei controlli, se in capo al Ministero della Difesa o alla Regione Sicilia, senza la presenza di un direttore esecutivo del contratto, né di controlli attraverso sistemi di verifica automatica. Un’ultima considerazione di Anac riguarda gli impianti idrici delle isole minori siciliane. Dall’indagine condotta emerge che la maggior parte dei Comuni hanno rilevato perdite nella rete idrica di distribuzione, un sottoutilizzo degli impianti dissalatori o delle condutture sottomarine e la mancanza di fondi per realizzare alcuni impianti in loco. Tutti fattori che portano a consolidare la dipendenza delle isole minori siciliane al rifornimento idrico tramite navi cisterna, con costi assai più elevati di quelli connessi all’impiego delle altre infrastrutture.
Per questo l’Autorità Anticorruzione ha inviato gli atti della vigilanza effettuata non solo al Ministero della Difesa, alla Marina Militare e alla Regione Sicilia, ma anche al Ministero della Salute, alla Corte dei Conti, all’Agcm, nonché al Parlamento.
La Delibera dell'Anac
Leggi la Delibera n. 693 del 13 ottobre 2021
Last update 25/11/2021, 10:21
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L’Autorità anticorruzione ha avviato un procedimento di vigilanza nei confronti del Ministero della Difesa sui rifornimenti d’acqua potabile tramite navi cisterna alle isole minori della Sicilia