Firmato a Zagabria lo Statuto della Rete delle Autorità europee Anticorruzione
Date:
10 novembre 2022 - 11 novembre 2022

Lo statuto della Rete europea
È stato firmato a Zagabria, il 10 novembre scorso, lo statuto della Rete europea delle Autorità per l’Etica Pubblica, costituita a Parigi lo scorso giugno segnando l’inizio di una intensa collaborazione istituzionale tra undici Autorità di paesi membri dell’Unione europea che si occupano di integrità e trasparenza.
A firmare lo statuto, al termine della conferenza di due giorni nella capitale croata, sono stati il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, e i presidenti delle omologhe Autorità di Austria, Belgio, Croazia, Francia, Lituania, Malta, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia e Spagna che hanno dato vita al network.
Obiettivo della Rete
Obiettivo della Rete, si legge nello statuto, è promuovere una cultura dell’integrità pubblica e armonizzare le norme dei diversi stati membri dell’Ue individuando le best practices in materia. Inoltre la Rete punta a diventare l’interlocutore privilegiato della commissione Ue che sta lavorando a un pacchetto di norme anticorruzione. Nello statuto si incoraggiano le autorità degli altri paesi membri dell’Ue ad aderire al network.
La presidenza della Rete cambierà ogni due anni e nel biennio di avvio attuale è stata affidata al presidente dell’Haute Autorité pour la transparence de la viepublique (l’Autorità francese per la trasparenza nella vita pubblica), Didier Migaud (foto).
Il pantouflage
La firma dello Statuto è stata anche l’occasione per discutere di una delle questioni con cui in maniera frequente le autorità anticorruzione si ritrovano a fare i conti: il pantouflage, le cosiddette porte girevoli, ovvero il passaggio di un dipendente pubblico dal pubblico al privato e viceversa. Busia ha ribadito che “la normativa italiana è troppo generica e restrittiva, e crea evidenti difficoltà applicative: il legislatore ha infatti concentrato in poche righe la disciplina di un istituto piuttosto complesso, che l'Anac ha attuato nonostante le notevoli criticità”.
Le dichiarazioni del presidente GIuseppe Busia
“Attualmente – ha ricordato Busia - è previsto un sistema sanzionatorio automatico, senza alcuna gradualità o valutazione di casi diversi, che prevede il divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni, come conseguenza automatica della dichiarazione di nullità dell'incarico. Per l'Anac è necessario modificare la norma valutando l'elemento psicologico alla base della violazione del divieto. Inoltre, la sanzione del divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni per tre anni, in alcuni casi di minore gravità, appare sproporzionata rispetto alla durata prevista. Occorre quindi poter graduare il periodo interdittivo, ancorandolo ad elementi oggettivi che possono essere valutati, caso per caso, in sede di applicazione della sanzione”.
La proposta dell’Anac, ha sottolineato Busia, è “un sistema di sanzioni pecuniarie e interdittive, progressivamente crescenti a seconda della gravità delle violazioni. In particolare, le sanzioni interdittive dovrebbero essere graduate sia con riferimento alla loro durata, con indicazione di un valore minimo e di un valore massimo, sia differenziando tra sanzioni interdittive riferite alla sola amministrazione di origine, e sanzioni riferite alla totalità delle pubbliche amministrazioni”.
Leggi lo Statuto
Ultimo aggiornamento 11/11/2022, 14:22
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Busia: “Pantouflage, normativa italiana troppo generica e di difficile applicazione”