Maggiore presenza delle donne nei Cda, la richiesta di Anac al Parlamento
Data:
25 maggio 2022
Ampio servizio sui quotidiani veneti Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi, Nuova Venezia e Tribuna di Treviso, sul rispetto delle quote rose nei Cda degli enti. Vengono largamente riprese le proposte di Anac, avanzate in audizione in Parlamento, per favorire una più equa presenza delle quote rosa, specie nelle nomine di tipo politico.
“L’analisi dei dati - ha sostenuto il Presidente Busia di fronte alla Commissione Affari Costituzionali del Senato - dimostra che laddove è possibile procedere mediante procedure concorsuali il problema del rispetto del principio di genere non si pone. Il problema esiste ed è molto rilevante nelle ipotesi in cui non si procede mediante procedure concorsuali. Chiediamo di inserire elementi nelle procedure concorsuali, tesi a valorizzare il merito, anche laddove il concorso non può essere utilizzato come strumento di selezione e deve prevalere la dimensione legata alla legittima decisione politica. L’elemento che si può inserire in tali casi per favorire anche la parità di genere è il principio di trasparenza”.
L’Autorità Anticorruzione – che vigila sul rispetto del principio di trasparenza – auspica che accanto ad una previsione quantitativa, ove si prevede che, con riferimento alle Autorità indipendenti, sia assicurato: 1) nella scelta dei Presidenti il rispetto del principio di equilibrio di genere, nella misura di almeno due quinti, da computare sul numero complessivo delle nomine effettuate nel corso di tre anni; 2) e nei singoli Collegi delle Autorità, anche il rispetto del principio dell’equilibrio di genere (e non solo, per Anac che già lo prevede a differenza di altre Autorità: “tenuto conto del principio delle pari opportunità di genere”).
“Anac chiede che si affianchi anche un principio di trasparenza – aggiunge Busia -, teso a valorizzare insieme un principio qualitativo, volto a garantire la parità di genere, grazie alla valorizzazione del principio di trasparenza. Ferma restando la piena discrezionalità politica nella scelta di tali cariche, la previsione della preventiva acquisizione delle candidature e la loro pubblicazione sui siti delle istituzioni coinvolte a vario titolo nel processo di designazione (in primis, Parlamento e Governo, oltre che dell’Autorità o istituzione interessata) favorisce il principio di parità di genere sia con rifermento alla quantità che alla qualità”.
Ultimo aggiornamento 25/05/2022, 10:14
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Il Mattino di Padova - 25 maggio 2022