Medici “a gettone”, Anac sollecita l’intervento del ministro alla Salute
Data:
15 novembre 2022
Medici “a gettone”, Anac sollecita l’intervento del ministro alla Salute. Busia: “Serve un decreto del ministero per stabilire la congruità dei prezzi”
“La questione dei cosiddetti ‘medici a gettone’ assume una grande rilevanza sociale - afferma il Presidente di Anac, Giuseppe Busia - in quanto tocca servizi fondamentali, improcrastinabili ed indispensabili per l’intera comunità, oltre che di grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle Aziende sanitarie al fine di remunerare il personale medico reperito per turni spesso insostenibili”.
“Per sopperire all’attuale carenza di medici ormai diffusa in numerosi comparti ospedalieri – continua il Presidente dell’Anticorruzione -, le Aziende sanitarie siano indotte ad aggiudicare appalti, spesso mediante procedura negoziata, alla quale partecipa un numero ridotto di operatori economici, in particolare per assicurare alcuni servizi quale quello di Guardia Medica presso il Pronto Soccorso, nonché a corrispondere compensi particolarmente elevati per ciascun turno, anche prevedendo, come criterio di scelta del contraente, quello del prezzo più basso”.
L'intervento di Anac
Per questo, ricorda il Presidente Busia, Anac ha deciso di intervenire presso il Ministero della Sanità e presso il Mef al fine di sollecitare un decreto ministeriale che faccia chiarezza sulla questione dei “gettonisti”, e dia dei criteri di congruità dei prezzi.
L’Autorità intende mettere a disposizione il proprio supporto a ospedali e aziende sanitarie per la predisposizione di questi affidamenti professionali, anche con riferimento alla tempestiva e corretta programmazione dei fabbisogni ed all’individuazione di importi a base di gara congrui.
Nelle ultime settimane, infatti, sono giunte ad Anac parecchie richieste di parere sulla congruità dei prezzi per “forniture di servizi medico-sanitari disposti in somma urgenza”. Aziende sanitarie e ospedali, specie in reparti “sensibili” come Pronto Soccorso e Anestesia, si trovano in grossa difficoltà operativa per mancanza di medici. Molti di questi si licenziano, per tornare allo stesso posto assunti da cooperative private, con costi orari e giornalieri moltiplicati.
Asl e cooperative
Per garantire il funzionamento dei servizi ospedalieri, le Asl devono rivolgersi alle cooperative private assumendo “medici a giornata”. Non esiste, però, alcun quadro normativo certo, che possa indicare come procedere con tali assunzioni “a ore”, con quali limiti, entro quali prezzi, con che tipo di durata giornaliera.
Di qui la decisione dell’Autorità di intervenire, coinvolgendo direttamente il Ministro. Anzi i ministri, visto che i profili coinvolti riguardano sia il Ministro alla Sanità, che quello di Economia e Finanze.
Ci sono infatti, più profili in gioco: l’elevato costo dei servizi; l’inadeguatezza del servizio offerto; la scarsa affidabilità del servizio (pensiamo alla lucidità di un medico dopo 36 ore filate di servizio); il far west dei contratti, di durata breve con elusione di qualsiasi principio di programmazione e concorrenza.
Le criticità
Anac si è trovata impossibilitata a dare indicazioni perché non c’è alcun provvedimento del ministero che ponga dei limiti, né alcuna legge o decreto che disciplini quanto sta avvenendo.
Il Presidente Busia ricorda come “l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha rilevato molteplici difficoltà operative che interessano, sempre più di frequente, le Aziende sanitarie nel reperimento di personale medico, circostanza che si renderebbe necessaria e urgente a causa dei numerosissimi pensionamenti e dimissioni volontarie riscontrati negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia”.
“Da una prima analisi degli affidamenti esaminati – precisa Giuseppe Busia -, l’elevato costo dei servizi e la non sempre adeguata qualità degli stessi apparirebbero riconducibili anche ad una generalizzata carenza di idonea programmazione degli affidamenti, con il rischio di un artificioso frazionamento degli stessi e la conseguente elusione dell’obbligo di evidenza pubblica. Emergerebbero, inoltre, una stima non trasparente della base d’asta, con il rischio di sostenere costi elevati per la prestazione ricevuta; una non corretta individuazione dei fabbisogni, che può portare a selezionare personale non adeguatamente qualificato per lo svolgimento di un servizio funzionale alla tutela di un interesse costituzionalmente garantito quale è la salute dei cittadini, rischio che potrebbe essere ridotto con l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
I prezzi di riferimento
“Come già fatto per i dispositivi medici e altri servizi sanitari, l’Autorità potrà altresì provvedere alla individuazione dei prezzi di riferimento, ove siano forniti i dati necessari in relazione ai servizi oggetto di attenzione, secondo criteri fissati con Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero della Salute”.
Anac si mette a disposizione per “contribuire a individuare -eventualmente nell’ambito di un Tavolo Tecnico con le Amministrazioni a vario titolo coinvolte le azioni più efficaci che possano perseguire il contenimento della spesa pubblica ed il miglioramento della qualità dei servizi offerti”.
Inoltre Anac fa presente che: “molte delle criticità riscontrate potrebbero venire meno ove e stazioni appaltanti, uniformandosi al Codice, previa adeguata programmazione, provvedessero alla predisposizione delle specifiche tecniche del servizio; alla determinazione dell’importo a base di gara ed alla predisposizione dei documenti di gara o di affidamento, tenendo conto delle figure professionali richieste; alla selezione dell’operatore economico con l’offerta economicamente più vantaggiosa, trattandosi di appalti con alta intensità di manodopera; nonché alla corretta verifica del servizio espletato”
Ultimo aggiornamento 15/11/2022, 13:28
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Busia: “Serve un decreto del ministero per stabilire la congruità dei prezzi”