Donazioni al museo archeologico solo se senza vantaggi diretti o indiretti per il donante
Data:
23 luglio 2025

Donazioni al museo archeologico solo se senza vantaggi diretti o indiretti per il donante
Devono produrre un effettivo arricchimento della sfera patrimoniale del soggetto pubblico beneficiario
Un museo archeologico può ricevere donazioni a condizione che esse non siano volte a conseguire vantaggi economici, diretti o indiretti, da parte del donante, e che siano conformi all’interesse pubblico perseguito (o, comunque, all’interesse della collettività) e producano un effettivo arricchimento della sfera patrimoniale del soggetto pubblico beneficiario. È quanto ha chiarito Anac con un parere anticorruzione, approvato dal Consiglio dell’Autorità del 9 luglio 2025, rispondendo ad una richiesta di precisazioni da parte di un Museo archeologico del Centro Italia.
“La sussistenza di un interesse necessariamente non patrimoniale del donante - spiega Anac - giustifica la sottrazione degli atti di liberalità alle regole dell’evidenza pubblica, consentendo di escludere a priori la creazione, attraverso tale operazione, di un’occasione di guadagno. Fuoriescono dalla categoria degli atti animati da spirito di liberalità, invece, i contratti gratuiti”.
“Come tutti i processi e le attività svolte dall’amministrazione, le donazioni devono essere analizzate sotto il profilo dei rischi corruttivi che possano eventualmente annidarsi in tali dinamiche, al fine di individuare idonee misure di prevenzione. Particolare attenzione occorre prestare all’assenza di qualsiasi interesse economico del donante, onde evitare che attraverso lo schema contrattuale della liberalità un soggetto privato possa eludere la disciplina dell’evidenza pubblica e conseguire un profitto. È necessario, pertanto, che l’ente, prima di procedere all’accettazione, verifichi la sussistenza di tutti gli elementi essenziali della liberalità (interesse non patrimoniale del donante, conformità all’interesse pubblico e incremento del patrimonio dell’amministrazione)”.
“L’individuazione specifica dei rischi - aggiunge Anac - costituisce un passaggio fondamentale per poterli gestire in modo adeguato ed efficace. L’amministrazione può valutare di programmare come misure di prevenzione: l’adozione di un regolamento che disciplini gli aspetti attuativi dell'acquisizione di beni o prestazioni senza esborso di somme di denaro (quali requisiti di ammissibilità della donazione, eventuali profili di conflitto d’interesse e relative misure di prevenzione) e assicurarne la pubblicazione nella sezione ‘Amministrazione trasparente’; la sottoscrizione di atti convenzionali ispirati a trasparenza e parità di trattamento con gli operatori economici che effettuano donazioni; l’elaborazione di un prospetto riassuntivo delle liberalità ricevute da pubblicare su base semestrale/annuale sul sito istituzionale dell’ente; la pubblicazione degli avvisi/inviti con cui l’amministrazione manifesta l’esigenza di acquisire beni o prestazioni da parte del privato”.
“La pubblicazione nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ dell’avviso di ricezione di una proposta di donazione potrebbe costituire una ulteriore misura di prevenzione. Non costituiscono dati personali i nominativi delle persone giuridiche coinvolte dal donante per l’esecuzione della liberalità.
Infine, l’amministrazione può certamente valutare di implementare i presidi anticorruttivi a garanzia del buon esito dell’operazione, prevedendo termini di standstill e il rilascio di un’apposita dichiarazione con cui il donante attesta la provenienza lecita del denaro impiegato nella donazione”.
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Ultimo aggiornamento 23/07/2025, 7:05
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Devono produrre un effettivo arricchimento della sfera patrimoniale del soggetto pubblico beneficiario