Tram Palermo, progetto carente e insufficiente: in gara senza adeguato censimento sottoservizi
Data:
04 agosto 2023

Tram Palermo, progetto carente e insufficiente: in gara senza adeguato censimento sottoservizi
Il progetto definitivo posto in gara per le nuove linee del tram di Palermo è carente, manca di un adeguato censimento dei sottoservizi e degli interventi necessari per risolvere le interferenze con le varie reti (rete elettrica, fibra ottica eccetera). Con la delibera n. 384 del 26 luglio 2023, Anac dà al comune di Palermo quattro mesi di tempo per trasmettere all’Autorità il quadro complessivo delle convenzioni sottoscritte con gli Enti gestori (Enel, Terna, Open fiber ecc), lo stato di avanzamento della progettazione e, quando approvato dall’Amministrazione, il progetto esecutivo degli spostamenti e il relativo cronoprogramma aggiornato redatto dall’aggiudicatario. Nonostante il progetto insufficiente, infatti, il Comune di Palermo, per non rischiare di perdere i finanziamenti del Patto per il Sud, ha bandito la gara per l’appalto integrato dall'importo complessivo di 402 milioni di euro che è stato assegnato il 6 giugno scorso all'unico concorrente che ha presentato l’offerta: l’associazione temporanea di imprese, formata dalla piemontese Sis Scpa e dalla spagnola Contrucciones y Auxiliar de Ferr.
Dal Comune comportamento improprio e poco diligente
L’istruttoria dell’Anac nasce dalla segnalazione inviata a marzo 2021 del presidente del consiglio comunale di Palermo, Salvatore Orlando, con la quale veniva chiesto un parere sulla regolarità dell’iter amministrativo seguito dal Comune per la progettazione dei lavori del nuovo Sistema Tram Palermo. Tra le criticità rilevate dall’Autorità c’è innanzitutto un comportamento “improprio” e “poco diligente” del comune siciliano: a partire dall’acquisizione dei pareri di legge sul progetto “alquanto farraginosa” fino alla “gestione approssimativa e irrituale delle comunicazioni” da parte dell’Amministrazione comunale con gli Enti a vario titolo interessati dalla realizzazione dell’opera. Approssimazione che ha portato alla necessità di dover nuovamente indire la conferenza dei servizi (alla prima non aveva risposto nessuno) per tutti quegli Enti gestori dei sottoservizi che non erano stati raggiunti da regolare comunicazione, perché convocati tramite posta ordinaria anziché certificata violando il codice dell’amministrazione digitale e i principi di semplificazione dell’azione amministrativa.
Progetto carente
Tuttavia, sottolinea Anac, le problematiche dei sottoservizi che interferirebbero con le opere da realizzare sono solo in minima parte da ricercare nella erronea convocazione della conferenza dei servizi. L’Autorità riconosce il tentativo compiuto dall’Amministrazione di operare un coordinamento delle attività per una razionale soluzione delle diverse interferenze che l’opera incontra lungo il proprio percorso: numerose richieste di partecipazione ad incontri e tavoli di coordinamento, effettuate dai progettisti e dal Comune agli Enti gestori dei sottoservizi anche al di fuori della conferenza dei servizi non sono andati a buon fine. Non tutti gli enti hanno collaborato e i dati forniti non sono stati sufficienti a identificare con certezza l’ubicazione delle sottoreti e quindi ad avere l’esatta contezza dei necessari spostamenti. La risoluzione delle interferenze è stata di fatto rimandata alla sottoscrizione di convenzioni bilaterali con gli Enti gestori e alla fase realizzativa dell’intervento.
Anac ricorda che “la stipula delle convenzioni con gli Enti gestori dei sottoservizi, anche se necessaria, non legittima l’Amministrazione a rimandare alla fase esecutiva la definizione delle interferenze il cui rilievo, e conseguente progetto di risoluzione, attiene alla completa ed esaustiva definizione del progetto definitivo”.
Inadempimento del comune alla raccomandazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Anac rileva inoltre il sostanziale inadempimento dell’Amministrazione alla raccomandazione espressa nel voto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con riferimento alla mancata definizione delle interferenze, prima dell’esperimento delle procedure di affidamento: il Consiglio ha ricordato che il tema della risoluzione delle interferenze riveste un carattere prioritario e strategico, sia per la corretta realizzazione dell’intervento, sia per garantire il rispetto dei tempi di cantierizzazione stabiliti.
Mancato rispetto delle norme sulla verifica progettuale
Dagli atti acquisiti emerge che, malgrado l’Amministrazione Comunale ed i progettisti si siano impegnati nel tentativo di risolvere la complessa problematica dei sottoservizi interferenti l’opera in progetto, permangono alcune indeterminatezze in merito alla esatta posizione delle interferenze, e non risultano redatte le progettazioni degli spostamenti poste a cura degli Enti gestori con l’errata convinzione che l’esatta definizione delle interferenze possa essere rimandata al progetto esecutivo. L’articolo 27 del vecchio codice, ricorda Anac, specifica invece che il progetto definitivo è corredato dell’indicazione delle interferenze e dal progetto di spostamento delle stesse: la ratio della norma risiede nell’esigenza di dover avere piena contezza dello stato dei luoghi nel momento in cui si operano le scelte progettuali in quanto esse condizionano le valutazioni del progettista e consentono di definire tempi e costi dell’intervento.
Anac infine sottolinea criticità anche nell’attività di verifica progettuale, considerato che il verificatore, pur avendo rilevato le carenze progettuali relative al censimento dei sottoservizi, ha tuttavia emesso positivamente il rapporto finale di verifica.
Il documento
Ultimo aggiornamento 04/08/2023, 12:30
Condividi
Il richiamo dell'Anac al Comune per l'appalto integrato aggiudicato a giugno scorso