Busia: la confisca e il riuso dei beni rendono meno appetibile il crimine
Date:
30 maggio 2022 - 30 maggio 2022
Intervento del Presidente Anac Busia al workshop Osce di Roma
“Recuperare i proventi di reato e riutilizzarli nella comunità rende meno appetibile il crimine, nega ai criminali beni che avrebbero potuto finanziare ulteriori attività illegali o essere utilizzati per acquisire potere. Il riutilizzo sociale aiuta non solo a rafforzare la resilienza della comunità alla criminalità organizzata ma anche a creare partenariati più stretti tra la società civile e i governi nazionali”. Lo ha detto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, aprendo la prima giornata del workshop organizzato dall’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) sul tema della confisca e riutilizzo a scopi sociali dei beni sottratti alla criminalità. (qui il testo in versione inglese)
L’evento di due giorni si svolge a villa Lubin a Roma e rientra nell’ambito del progetto OSCE extra-budget (finanziato da Italia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti), che ha come obiettivo quello di rafforzare le capacità dei cinque Paesi dei Balcani (Albania, Bosnia Herzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia) nella gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata (dalla confisca al loro riutilizzo a fini sociali), attraverso corsi di formazione, programmi di mentoring (per giudici, procuratori e società civile) e la creazione di una piattaforma regionale di cooperazione.
Proventi del crimine e recupero dei beni
“I proventi del crimine – ha osservato Busia - vengono solitamente riciclati in proprietà o attività commerciali, convertiti in criptovalute o beni di alto valore, come ville e altre case di lusso, automobili, yacht, opere d'arte, gioielli e simili. Poiché il modello di business ideale per qualsiasi criminale è quello che offre un equilibrio ottimale tra basso rischio e alto rendimento, recuperare i proventi del crimine e riutilizzarli nella comunità rende il crimine meno gratificante e quindi meno attraente”.
Secondo Busia inoltre “il riutilizzo sociale dei beni confiscati rappresentato dalla restituzione pubblica di proprietà, aziende o spazi verdi alle comunità colpite dalla criminalità organizzata può avere un enorme effetto simbolico e psicologico. E rappresenta un grande punto di forza della normativa italiana. La confisca e il riutilizzo dei beni criminali non solo ridistribuisce i proventi del crimine per il bene pubblico, ma da un punto di vista comunicativo mina anche l'immagine di attori criminali e corrotti come ricchi e intoccabili. Dimostra anche che il crimine non paga. Il recupero dei beni può anche essere una risposta efficace alla frustrazione dei cittadini nel vedere i criminali trarre profitto da attività illecite e mantenere i loro guadagni illeciti”.
La collaborazione internazionale per la lotta alla corruzione
Busia ha ricordato che la Commissione Europea ha adottato il 25 maggio, una Proposta di Direttiva sul recupero e la confisca dei beni che “migliorerà la cooperazione tra tutte le autorità coinvolte nel recupero dei beni. Sebbene tutti gli Stati partecipanti beneficiari di questo Progetto, vale a dire Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia, abbiano introdotto una legislazione sul recupero dei beni, ritengo che sia di fondamentale importanza importante aggiornare il quadro normativo esistente, ispirandosi alle disposizioni della proposta di direttiva. La proposta di direttiva attribuisce - giustamente - grande importanza al concetto di cooperazione”, ha aggiunto.
“Senza cooperazione – ha sottolineato Busia - la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione è destinata al fallimento. È il motivo che ha spinto l'ANAC a firmare accordi di cooperazione con enti governativi e organizzazioni della società civile operanti nel campo dei beni confiscati. Il recupero dei beni non è una procedura semplice. Ecco perché una gestione efficace, efficiente e trasparente dei beni confiscati a criminali è essenziale per garantire la massima integrità e correttezza dell'intero processo”.
Busia ha infine ricordato il ruolo della società civile che “può svolgere non solo una funzione di vigilanza svolgendo un monitoraggio esterno e una valutazione del processo di gestione del patrimonio, come hanno fatto e stanno ancora facendo molte organizzazioni della società civile in Italia, ma anche un fondamentale ruolo attivo nella promozione del sociale destinazione e nel trovare concretamente un migliore utilizzo di tali beni per scopi pubblici”.
Sullo stesso tema vedi le notizie precedenti.
English version
OSCE Regional Workshop on Confiscation and Re-use of Criminal Assets on 30-31 May 2022, in Rome, Italy
Opening Session: Intervention by the President of the Italian National Anticorruption Authority, Dr. Giuseppe Busia
Ultimo aggiornamento 30/05/2022, 11:55
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Il presidente Anac apre il seminario Osce a Roma, focus sui Balcani occidentali